ZIGGY APS 10-10-2021 - 22:00
Propaganda 1904
Luca Onyricon Giglio: electronics, synthesizers
special guest Ramon Moro: trumpet + effects
Progetto musicale specializzato in sonorizzazioni di film eseguite con approccio sperimentale.
E’ costituito da un membro fisso (Luca Onyricon Giglio) e da musicisti sempre diversi, impegnati nel creare avvolgenti suoni elettronici/drone/noise/ambient/industrial mediante sintetizzatori analogici e digitali.
L'esperienza è quella del “Wall of Sound”, un magma sonoro che investe lo spettatore nella visione del film.
Tra i film sonorizzati dal progetto musicale: The Wind, pellicola diretta da Victor Sjöström nel 1928, il cortometraggio di George Lucas" Electronic Labyrinth: THX 1138 4EB" (1967), gli esperimenti di improvvisazione rumoristica per i film "Un chien andalou" di Louis Bunuel, (1926) e "Le Voyage dans la lune" di Georges Méliès (1902), "Queen Kelly" di Erich von Stroheim (1928), "A Fool There Was" di Frank Powell (1915), "Haxan" di Benjamin Christensen (1922) per Seeyousound Film Fest, "Korkarlen - Il carretto fantasma" di Victor Sjöström (1921) per il Cinema Massimo di Torino, "Lucifer Rising" di Kenneth Anger (1972), "Berlin - Die sinfonie der Groβstadt" di Walter Ruttmann (1927) ancora per il Cinema Massimo, "Le avventure del Principe Achmed" di Lotte Reineger (1922) presentato in varie città d'Italia per Seeyousound Experience.
Gli ultimi film sonorizzati sono: "Metropolis" di Fritz Lang (1927), Nosferatu di “Friedrich Murnau” (1922) e “Il gabinetto del dott. Caligari” di Robert Wiene (1919) tutti presentati al Blah Blah di Torino per Seeyousound Film Fest.
Luca Onyricon Giglio
Onyricon, nome d'arte di Luca Giglio è un e un polistrumentista, videomaker e fotografo, fondatore del progetto musicale sperimentale applicato al cinema muto PROPAGANDA 1904.
Laureato in discipline cinematografiche si occupa di composizione di musica elettronica, sonorizzazioni di film muti, colonne sonore per film, trattamenti e manipolazioni del suono, videoclip, fotografia sperimentale e grafica. Collabora con vari musicisti della scena underground torinese, tra cui Łukasz Mrozinski, Tommy De Chirico, Teho Teardo, Andrea Cavallo, Enomisossab, Riccardo Mazza
Tra il 2012 e 2013 compone, esegue e registra colonne sonore per alcuni cortometraggi. Nel 2014 compone la colonna sonora della mostra d'arte fotografica "Il cuneo Gotico: le camere oscure"
Tra il 2015 e 2021 gira una serie di videoclip per vari artisti della scena underground torinese (tra cui Łukasz Mrozinski, Enomisossab, Officine Aurora, Giulia Damico, Ramon Moro)
Attivo nella videoarte e nella fotografia con opere sperimentali proiettate ed esposte in vari festival e mostre nazionali.
Attualmente lavora alla promozione del suo primo album solista "Musi For Monorail" (Machiavelli Music Publishing ) un concept album di musica elettronica di cui è compositore e produttore.
https://album.link/it/i/1563873617
Ramon Moro
Vive e lavora a Torino, compone musica, suona tromba e flicorno. Artista singolare, con un’impronta stilistica tra confine e dualità, si identifica per il suono visionario e immaginifico, dai set in solo con pedaliera ed effetti, alla purezza del solo strumento anche accompagnato dal pianoforte. In questi ultimi venti anni ha lavorato in ambito jazz, sperimentazione elettronica, pura improvvisazione, supporto per band rock, preziosi interventi su album di musica leggera e cantautorale. Per la sua predisposizione all’improvvisazione, alla cura del suono e alla sua sensibilità a interagire con altre forme espressive, vanta diverse collaborazioni tra cinema, danza e arte contemporanea.
Da oltre dieci anni collabora con il chitarrista/compositore Paolo Spaccamonti, oltre i numerosi concerti in duo, lavorano insieme su sonorizzazioni dal vivo, ultimo lavoro la sonorizzazione del film Vampyr (C.T.Dreyer – 1932), prodotto dal Museo Nazionale del Cinema, che ha visto la partecipazione del batterista Jim White e della violoncellista canadese Julia Kent
Ha pubblicato con lo pseudonimo daRKRam il lavoro “Stone and Death”, concept album dark ambient black metal.
Ha recentemente pubblicato l’album “Dreams” con il pianista Emanuele Maniscalco, nel mese di settembre pubblicherà per l’etichetta berlinese Aut Records l’album Blue Horizon con il suo nuovo Ramon Moro Quartet, con Maniscalco, Federico Marchesano e Zeno De Rossi.
Il film
Begotten, opera ormai di culto realizzata nel 1990 dal regista americano E. Elias Merhige, è uno degli esperimenti più estremi ed interessanti che hanno coinvolto il medium cinematografico sin dalle sue origini. Il film, che ricorre ad un bianco e nero grezzo e rovinato per acuire il senso di spaesamento, shock e terrore generato dalle sue immagini, si presenta come una vera e propria esplorazione metafisica – immensamente dolorosa e brutale – nella quale Merhige tocca numerosi temi fondamentali riguardanti l’uomo.
Il significato dell’opera, difficilmente intuibile ad una prima visione in virtù del fatto che il film è stato pensato sin dal suo concepimento come un veicolo attraverso il quale rappresentare una complessa metafora visuale, può essere ricostruito a partire dai titoli di coda. Negli ending credits, infatti, Merhige segnala il ruolo dei personaggi del suo film, fornendo così una chiave di lettura allo spettatore per comprenderne le immagini, indirizzandolo così verso un orizzonte di significato preciso ma lasciando in ogni caso ampi margini per una libera interpretazione. Sono comunque evidenti i richiami biblici e ad altre religioni – particolare in tal senso è il riferimento all’entità di Madre Natura – contenuti in Begotten sembrano tuttavia essere solo una traccia, un insieme di suggestioni che in realtà celano inizialmente quello che appare chiaramente in seguito come l’intento principale di Merhige: il realizzare un’analisi critica, quasi antropologica, dell’uomo e dei suoi comportamenti nei riguardi della stessa umanità e dell’ambiente che lo circonda, come esemplificato dal trattamento subito da Madre Natura e dal Figlio della Terra da parte della tribù. In tale scenario profondamente nichilista, nel quale lo stato naturale della pleonexia sembra darsi come predominante, Merhige inserisce il tema della morte e della rinascita come l’unica apparente via di fuga al dramma che l’umanità, con la sua indole violenta, rappresenta.
Ingresso riservato ai soci ARCI.