Monologo di donna con lievito madre - #teatro 30 ottobre

Monologo di donna con lievito madre - #teatro 30 ottobre

MARIO DRAVELLI APS     30-10-2021 - 21:00

Questo è un #monologo per non dimenticare.
Per non dimenticare la solitudine.
Per non dimenticare la noia.
Per non dimenticare la #paura.
Per non dimenticare le #pennelisce.
Per non dimenticare che, comunque, con un po’ di lievito madre, la
pillola va giù.

APPUNTAMENTO:
SABATO 30 ottobre la nostra #rassegnaspettacolare rEsistiamo porta in scena uno spettacolo di teatro della compagnia crackventiquattro, nata da ex-allievi della @ShakespeareSchoolTorino, scuola di perfezionamento per attori con la direzione di Jurij Ferrini che ha luogo proprio nei nostri spazi, al Teatro Dravelli.

PRENOTAZIONI:
teatrodravelli@gmail.com
FB Messenger
IG Direct
349 841 7876

SINOSSI:
Monologo di donna con lievito madre è come quando da piccolo cadi e ti fai malissimo ma poi crescendo ricordandotelo ci ridi su. Come quando ti lascia l’amore della tua vita e poi dopo un paio di tentativi di suicidio decidi che è arrivato il momento di sdrammatizzare.
È il bisogno di ridere per non piangere.
Monologo di donna con lievito madre è un affresco della #tragicommedia della nostra vita nell’ultimo anno. E’ uno spettacolo che parla di noia, di paura, di #solitudine, di noia, di complottismo, di noia, di disoccupazione, di noia, di cultura, e anche di noia. Insomma la noia è un punto cruciale della trama, e se non fosse stato per la #noia forse questo spettacolo non sarebbe mai venuto al mondo.
Ma è anche uno spettacolo che parla di piccole gioie, di piccoli bagliori nell’oscurità che ci hanno impedito di essere inghiottiti nel nulla. Il lievito madre protagonista del monologo, per gli amici #Venerdì, è metafora di quello a cui ciascuno di noi si è aggrappato per non impazzire in questo grande tempo dilatato e vuoto che ci è caduto addosso. Venerdì è simbolo delle piccole cose che ci hanno tenuti vivi, delle piccole cose da cui abbiamo potuto trarre la nostra soddisfazione in un periodo in cui lavorativamente e socialmente per molti è stato difficile trarre soddisfazioni, delle attività a cui ci siamo dedicati per riempire il tempo e che abbiamo finito per amare perché
semplicemente ci hanno tenuto compagnia.
Il lievito madre è il simbolo di ciò che ci ha salvati. E poi è molto più buono di quello normale.

CREDITS:
In scena: Giulia Cerruti
Scritto da: Giulia Cerruti
Produzione: Crack24

COM'E' NATO LO SPETTACOLO
Monologo di donna con #lievitomadre è uno spettacolo figlio del #lockdown, nato all’insegna della noia e della solitudine;
è pronto da mesi ma non ha ancora mai potuto vedere la luce per ovvie ragioni di #Covid. È una stand-up che affronta i temi che nell’ultimo anno hanno toccato le vite di tutti noi: la solitudine, la convivenza forzata, la noia, la paura, la volontà spasmodica di riempire il tempo, il #complottismo, la paura del contagio, l’ottimismo di plexiglass dell’#andràtuttobene, per concludere con una riflessione sulla personale condizione di inattività che l’autrice, in quanto lavoratrice dello spettacolo, ha dovuto accettare e gestire in quest’ultimo anno di pandemia. È uno spettacolo chiaramente attuale, estremamente ironico, per quanto non superficiale. Dietro alle battute si nasconde la tragedia nella quale ognuno di noi è stato ribaltato nell’ultimo anno, in cui ogni giorno si ride per non piangere, perché in fondo è vero: non è la guerra e non possiamo lamentarci troppo; però c’è chi ci è finito davvero a parlare col proprio lievito madre. E qua arriviamo al protagonista del #monologo: il lievito madre del titolo si chiama Venerdì, secondo attore in scena, portato dall’autrice in un fagotto e trattato come un figlio. Venerdì verrà affidato a una persona del pubblico per fargli da babysitter per la durata dello spettacolo; ma tranquilli, “è buono come il pane”. È uno spettacolo a tratti interattivo; a parte la custodia di Venerdì, il pubblico sarà invitato dall’autrice a scrivere tutti insieme una teoria complottistica all’ultima moda. Questo spettacolo è nato e pensato per essere fatto parlando a tu per tu con le persone, senza quarta parete, non è fondamentale nemmeno il palcoscenico; forse proprio per la carenza di umanità degli ultimi mesi, questo pezzo vuol essere il più diretto possibile, e giocare a tu per tu con gli spettatori. E’ uno spettacolo che, come l’autrice/attrice, repressa da mesi, scalpita per vedere la luce e raccontare dal suo punto di vista #scanzonato questo periodo #allucinante.

GIULIA CERRUTI
Giulia Cerruti è attrice e autrice torinese. Inizia la sua brillante carriera con il ruolo de “la Pastorella Contrita” nel presepe vivente in terza elementare.
Da allora ha brillato su palcoscenici e piccoli schermi per le sue splendide interpretazioni di ruoli come La Lesbica, La Lesbicona e La Lesbicona Suicida.
A dispetto di quello che pensa la gente, Giulia è eterosessuale, ama la vita, e sarebbe stata un arcangelo bellissimo nel presepe vivente.
Alcuni dicono che nelle notti di luna piena faccia delle apparizioni sui palcoscenici di Torino vestita da suino e che si faccia chiamare Porco con le Emorroidi. Come Batman. Ma con le emorroidi.
Giulia non ha davvero le emorroidi, ma neanche Bruce Wayne aveva davvero le ali.
Nasce a Torino il 11.10.1993. Dopo aver frequentato il Corso Propedeutico del Teatro Stabile di Genova nel 2015, si diploma alla scuola di perfezionamento per attori Shakespeare School di Jurij Ferrini nel 2017. Ha studiato con Anna Laura Messeri, Massimo Mesciulam, Enrico Bonavera, Francesco Origo, Valerio Binasco, Cristina Pezzoli, Gabriele Vacis, Alberto Giusta, Marco Lorenzi, Nicola Pannelli e Vladimir Olshanky.
Dal 2017 nel ruolo di organizzatrice dà vita alla stagione teatrale estiva della Cascina Duc di Grugliasco (TO). Dal 2016 ad oggi lavora oltre che come attrice anche come insegnante di recitazione.
Nel 2018 fonda, insieme ai suoi ex compagni della Shakespeare School, la compagnia Crack24.

COME FUNZIONA:

L'ingresso è consentito a partire dalla 20.30;

#GreenPass pronto;
tessera #Arci alla mano;
si entra con la #mascherina;
gli spazi del #CircoloDravelli vi accolgono;
si scende in teatro per godersi lo spettacolo.