Corpi a perdere. Storia ed eredità del colonialismo italiano

Corpi a perdere. Storia ed eredità del colonialismo italiano

DEINA APS     09-05-2020 - 17:00

Corpi a perdere. Storia ed eredità del colonialismo italiano è un ciclo di incontri nato dalla collaborazione tra Deina Torino e Istoreto - Istituto piemontese per la Storia della Resistenza, Torino e dedicato al tema del colonialismo italiano.

9 maggio 2020 - h 17.00
Diretta sulla pagina Facebook di Deina Torino

con Enrico Manera, insegnante e ricercatore Istoreto, insieme a Igiaba Scego, scrittrice, ed Eric Gobetti, storico freelance e ricercatore Istoreto.

Le iniziative rientrano nella cornice del progetto "Muri, frontiere, cittadinanza e memorie" realizzato grazie al sostegno dell'Università degli Studi di Torino.

Il colonialismo italiano è stato profondamente rimosso e risulta sotto-rappresentato, nella memoria pubblica, nella storiografia e nel canone scolastico. Per lungo tempo il colonialismo liberale e l'imperialismo fascista nelle aree di interesse e di proiezione in Africa settentrionale e orientale (Libia, Somalia, Eritrea ed Etiopia), nei Balcani, nel Mediterraneo ed Egeo, hanno avuto scarsa rappresentazione proprio in quanto operazioni coloniali: non sono stati percepiti e raccontati adeguatamente rispetto allo specifico portato di violenza estrema e connotata in senso razzista che hanno.

Per parlare solo dell'Africa e del fascismo, dagli anni Trenta in Libia la repressione delle popolazioni locali fu durissima ed erano attivi diversi campi di concentramento; l'intensità della violenza aumentò con l'invasione dell'Etiopia nel 1935 e la militarizzazione del Corno d'Africa. Oltre allo sfruttamento delle risorse e alla distruzione sistematica della cultura sono chiaramente documentati l'utilizzo dei gas tossici e numerose stragi di civili. Eppure su tutto vale lo stereotipo di lunga durata dell'“italiani, brava gente”, secondo cui quello italiano sarebbe stato un colonialismo bonario, diverso da quello di altre nazioni europee.

Tutto questo ha avuto e continua ad avere grande effetto su diverse generazioni di italiani e sul loro modo di immaginare le persone di provenienza extraeuropea.

La colonia è il luogo di incubazione dell'internamento dei civili e degli eccidi di massa che troveranno il loro apice nel sistema concentrazionario e sterminazionista nazista nel cuore della seconda guerra mondiale. Si tratta di guardare al “lungo Ottocento” per individuare gli antefatti di una violenza che detona poi in Europa, a partire dalla Grande guerra. Culturalmente (attraverso l'elaborazione concettuale delle “nazioni” e delle “razze”) e nelle pratiche della violenza che sono il risultato della sintesi di darwinismo sociale, ideologie reazionarie e imperialismo aggressivo. La violenza estrema nasce da lì, progettata nel cuore dell'Europa, si esercita prima fuori da essa e poi vi ritorna.

Il 9 maggio 1936, dal balcone di Palazzo Venezia, Mussolini pronunciava il discorso di proclamazione dell'Impero. Si tratta di una data evocativa, da cui vorremmo ripartire per cominciare a tessere le fila di una riflessione condivisa e collettiva sul colonialismo italiano e sulle sue conseguenze. Il dialogo tra Enrico Manera, Igiaba Scego ed Eric Gobetti vuole essere un punto di partenza, un'introduzione dialogica a un tema complesso e necessario per muoverci nel presente.

ENRICO MANERA
Insegnante e ricercatore presso l’Istoreto: collabora con Doppiozero.com e con il Master in Public History della Fondazione Feltrinelli, Milano. I suoi studi vertono sulle teorie della memoria culturale in età contemporanea e sulla convergenza tra storia, antropologia e politica.

IGIABA SCEGO
Scrittrice, figlia di genitori somali in fuga dal Regime dittatoriale di Siad Barre, si è occupata da sempre di colonialismo e postcolonialismo. Le sue opere sono carraterizzate da una profonda ricerca storica e un'acuta osservazione del presente. Le sue opere sono tradotte in svaiate lingue. L'ultimo romanzo, La Linea del Colore, è stato pubblicato da Bompiani nel 2020.

ERIC GOBETTI
Storico freelance, studioso del fascismo, della seconda guerra mondiale e della Jugoslavia nel Novecento. Autore di libri, documentari e accompagnatore di viaggi di turismo storico-culturale nella ex Jugoslavia, i suoi studi vertono in particolare sui temi delle identità, dei conflitti nazionali e delle politiche della memoria