LO STRONZO

LO STRONZO

ASSOCIAZIONE ARTEDRAMA     01-03-2024 - 21:00

Un enorme porta chiusa per raccontare il femminicidio dal punto di vista maschile.

Il 1 marzo alle ore 21 al Teatro Civico di Caraglio (CN) andrà in scena LO STRONZO, una produzione di Teatro delle Temperie di Bologna, di e con Andrea Lupo. Lo spettacolo racconta il femminicidio dal punto di vista di chi lo commette attraverso un’analisi critica dell’universo maschile che spesso manca di strumenti culturali che gli permettano di superare i propri stereotipi obsoleti e la propria incapacità emotiva e relazionale. Un’enorme porta chiusa è il simbolo di questa incapacità. Lo spettacolo è ospitato all’interno di Zona Franca, stagione teatrale organizzata da Santibriganti Teatro nei Teatri Civici di Caraglio, di Busca e di Dronero.

"Un’enorme porta chiusa a simboleggiare tutte le porte, mentali, sociali, culturali o reali che separano talvolta maschile e femminile, troppo spesso generando violenza. Ma anche la porta che separa molti uomini dalla comprensione del proprio “maschile”. Un’interpretazione intensa e un ritmo che toglie il fiato e lascia ogni uomo in sala a domandarsi “Quanto c’è di Luca in me?” e ogni donna a chiedersi “Quanti Luca ho incontrato nella vita?”

E’ la sera del decimo anniversario di matrimonio di Luca e Lilli, la coppia è pronta per andare a festeggiare… una parola sbagliata… una reazione violenta… lei sbatte la porta e scappa… a nulla servono le imprecazioni prima e le preghiere poi, per farle aprire quella maledetta porta e farla tornare. Luca non capisce, non si rende conto di quanta violenza metta da sempre e quotidianamente nel suo rapporto con Lilli. Luca davanti a quella porta chiusa prova a capire, cerca una chiave che possa riaprire la sua relazione.
In scena troneggia al centro un’enorme porta chiusa volutamente anonima a simboleggiare tutte le porte, mentali, sociali, culturali o reali che separano il maschile dal femminile.
In scena Luca solo… in affanno… sperduto… rabbioso… in gabbia… chiuso dentro o lasciato fuori… escluso… rifiutato… incapace…
Si susseguono tre distinti piani narrativi: Luca che prova a farsi sentire da Lilli malgrado l’immensa porta chiusa; Luca che ci mostra, in una sorta di estremo riassunto, il proprio rapporto con il femminile in casa, sul lavoro e fra gli amici; Luca che cerca in se e nella propria storia famigliare quali esempi di maschile lo hanno portato ad essere quello che è diventato. Nel frattempo nessuna risposta dalla sua Lilli che sembra sempre più aver chiuso tutte le porte ormai, lasciandosi definitivamente alle spalle Luca rimasto solo nel grigiore delle proprie convinzioni, insieme ai propri stereotipi obsoleti e alla propria incapacità emotiva e relazionale. Il viaggio di Luca attraverserà tutte le fasi emotive possibili finché stremato dovrà ammettere di non essere in grado di tenere il passo con una Lilli che vuole vivere intensamente e completamente la propria vita a prescindere da lui e da chiunque altro.
Resta solo, Luca, bloccato da quella porta che si renderà conto di non essere in grado di aprire non perché Lilli l’abbia realmente chiusa ma perché è a lui che mancano i mezzi culturali ed emotivi per capirne i meccanismi e scardinarne l’impenetrabilità. Luca esasperato dal silenzio e dall’assenza di Lilli… infuriato contro di lei e contro la propria incapacità… colmo di sensi di colpa e frustrato da una opprimente sensazione di inadeguatezza da alla fine sfogo a tutta la propria rabbia… e trova nell’aggressività l’unica valvola di sfogo, l’unico modo per uscire da quella situazione per lui ormai insostenibile. Quella porta infatti non può riaprirsi, Lilli dopo quella lite non ha più potuto rispondere. E’ l’ennesima vittima di femminicidio, di una violenza nascosta in relazioni all’apparenza normali, ma ancorate in squilibri che troppo spesso non si riescono a vedere e capire, tanto meno scardinare.

 ticket su: www.santibriganti.it