Dall’Archivio del Circolo Musicale Arturo Toscanini. La nascita del Circolo raccontata da Carlo Parmentola

Comitato Arci Torino     01-09-2020

 

“L’ARCI viene fondata a Firenze il 26 maggio del 1957…”

 Così comincia ufficialmente la nostra storia; più di sessantanni fa, quel giorno, esperienze da tutta Italia hanno fondato quella che ora è la nostra associazione.

 Questa cronaca si trova sul sito di Arci nazionale, su molti altre fonti web ed è raccontata in vari testi e pubblicazioni che spesso ci passano tra le mani.
È la storia ufficiale, la nostra fondazione come atto politico concreto in quel lontano congresso; ma se quel momento è stato per noi un punto di partenza, per chi era lì quel giorno è stato un punto di arrivo, un atto di volontà che raccoglieva già una grande costellazione di esperienze culturali e ricreative sparse per tutta la penisola.

 Le “storie di Arci” che portano a quel giorno sono tante, sfaccettate, rare, difficili da trovare e capire, dimenticate o a volte tristemente perse. Sono filamenti del nostro DNA, parole, carte dattiloscritte, vecchie foto: sono parte di quello che siamo e elemento indispensabile di quello che saremo.
 Di queste storie ne abbiamo una custodita tra le mura del nostro Comitato; è la storia del Circolo culturale Arturo Toscanini raccolta nel suo archivio che a partire da Dicembre del 2018 con decreto n.50 è dichiarato di “interesse storico particolarmente importante” dalla Sovrintendenza archivistica e bibliografica della regione Piemonte e Valle d’Aosta del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
 Il Circolo A. Toscanini è stato una delle più grandi esperienze culturali torinesi fondatore di ARCI e già in attività prima di quel 26 maggio del 1957. Era composto da musicisti, amanti della musica, uomini e donne della cultura torinese e dedicava le sue attività alla diffusione musicale tra le classi più popolari.
 Dal suo Statuto si legge che il Circolo si proponeva di aiutare lo sviluppo del movimento ricreativo e culturale popolare, di promuovere dibattiti e scambi di esperienze tra lavoratori e musicisti, critici e artisti, di favorire ai lavoratori l’esercizio del diritto alla ricreazione e all’elevazione culturale nel campo specifico della musica.

 L'archivio del Circolo, entrato in possesso del Comitato al momento del suo scioglimento, è un'importante risorsa sia dal punto di vista dell'archivistica musicale sia dal punto di vista della storia dell'associazionismo italiano, infatti fu una delle prime realtà ad occuparsi di diffusione musicale non definendosi “società concertistica” ma “circolo democratico” (come riportato nel volume "Le fonti musicali in Piemonte" curato da Annarita Colturato con il coordinamento editoriale di Alberto Basso).

 Non bastano poche pagine per descriverlo in maniera esaustiva: spartiti, manifesti, foto, lettere scritte su leggerissime e fragili veline, pubblicazioni, atti associativi, missive con firme importanti (come Luigi Longo che ringrazia per le condoglianze inviate alla morte di Palmiro Togliatti) e tanto altro. Nella sua complessità e poliedricità svela pagina dopo pagina un pezzo di storia della cultura della nostra città e della nostra associazione. Cultura popolare, fortemente antifascista, cultura libera che ci parla di democrazia, di circoli con poche risorse e tanti contenuti, dei loro soci e delle loro passioni.

 Un documento tra tanti ci racconta come tutto questo è cominciato. È redatto da un giovane Carlo Parmentola e racconta gli albori di questa grande esperienza. Il primo evento culturale, il primo momento collettivo del Circolo A. Toscanini e dei propri soci.

 È il 2 febbraio del 1957, Carlo ha 30 anni, ex-partigiano, insegnante di matematica e fisica è Presidente della neofondata associazione Arturo Toscanini, è la firma che affianca Massimo Mila nelle pagine di critica musicale de L’Unità. Il luogo è una non meglio identificata sede provvisoria dell’ARCI in via Principe Eugenio, ci sono una ventina di soci, un fonografo preso in prestito e 4 dischi da ascoltare insieme e di cui discutere dopo l’ascolto ma si fa troppo tardi e un vicino infastidito da un Beethoven ad alto volume bussando alla parete interrompe la serata e decide di mandare tutti a letto…

Nelle parole di Parmentola leggiamo l’ARCI di ieri e come in uno specchio quella di oggi.
Siamo stati, siamo e saremo autorganizzazione democratica che fa cultura in spazi non tradizionali, pubblici curiosi e popolari che rivendicano il proprio accesso alla cultura e alla ricreazione, quel modo testardo di fare le cose anche quando le condizioni non lo permettono e quel modo di combattere per le cose difficili perché siano vittorie per tutti.
Riconoscere in quel momento di tanti anni fa tante prassi e tanti modi della nostra realtà di oggi dopo tanti anni è per noi motivo di orgoglio, perché questi piccoli momenti continuano ad accadere con la stessa spontaneità e semplicità ancora oggi e ci danno fiducia per il nostro futuro.

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PARTE 1

PARTE 2

Il Circolo Arturo Toscanini è stato una delle più grandi esperienze culturali torinesi tra i fondatori dell’ARCI stessa e già in attività prima della data che vede nascere l’associazione nazionale a Firenze il 26 maggio del 1957.

Il Circolo era composto da musicisti, amanti della musica, artisti, ex partigiani, giornalisti e uomini e donne di cultura e dedicava le sue attività alla diffusione della musica, chiamata erroneamente “colta”, tra le classi popolari.
La storia di questo Circolo e dell’Arci di allora è contenuta in un archivio che a partire da Dicembre del 2018 è stato dichiarato di “interesse storico particolarmente importante” dalla Sovrintendenza Archivistica della regione Piemonte e Valle d’Aosta. Attualmente, grazie ad un finanziamento da parte della Regione Piemonte, è in via di analisi e riordino e di giorno in giorno è capace di restitutrici documenti rarissimi; veri e propri tesori che ci parlano dei protagonisti della nostra storia, delle loro idee, delle loro aspirazioni e prospettive.
Abbiamo deciso di portare avanti questo percorso insieme agli amici della Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci che, con la loro grande esperienza e competenza, stanno svelando queste carte che andranno a ridefinire, chiarire e analizzare il forte ruolo culturale dell’ARCI di Torino agli albori della nascita del movimento circolistico culturale e ricreativo come oggi lo conosciamo.