Fermate l’espulsione di Mohamed Shahin

Fermate l’espulsione di Mohamed Shahin

Arci Torino     27-11-2025

Arci Torino esprime profondo sconcerto per la revoca del permesso di soggiorno e il conseguente decreto di espulsione verso l’Egitto emesso nei confronti di Mohamed Shahin, Imam della moschea Omar Ibn Al Khattab di San Salvario. Shahin è stato fermato a Torino e poi trasferito al CPR di Caltanissetta, a centinaia di chilometri dalla sua famiglia – fra cui due figli minorenni che non hanno più potuto incontrarlo – e dalla sua rete solidale in un quartiere, San Salvario, dove era conosciuto e stimato come uomo di pace.

Shahin è un dissidente del governo di Al-Sisi e ha già presentato richiesta di asilo in Italia. La domanda di asilo sospende automaticamente qualsiasi procedura di espulsione, in attesa dell’esame da parte delle autorità competenti. Nonostante ciò, in palese violazione delle garanzie dello Stato di diritto, l’espulsione risulterebbe confermata. Questo lo esporrebbe, una volta rimpatriato, al rischio concreto di torture e perfino della pena di morte come oppositore politico del regime egiziano.

A rendere la vicenda ancora più grave è la motivazione stessa dell’espulsione, che sembrerebbe collegata ad alcune frasi provocatorie su Hamas e sugli eventi del 7 ottobre pronunciate durante una manifestazione contro il genocidio in Palestina. Se tale motivazione fosse confermata, saremmo di fronte a una vera e propria punizione per un reato d’opinione, non certo per una minaccia alla sicurezza.

Questa storia mostra ancora una volta un uso distorto degli strumenti dello Stato per reprimere il dissenso. Arci Torino si unisce alle molte realtà e collettivi della città nel chiedere l’immediata revoca del provvedimento di espulsione e il ritorno di Shahin a Torino. Ribadiamo la richiesta di chiudere i CPR, luoghi che consideriamo indegni di un Paese civile. Chiediamo inoltre al Ministero dell’Interno quali misure intenda adottare per ottemperare alle prescrizioni del Consiglio di Stato, che ha recentemente messo in dubbio la legittimità delle regole di gestione di tutti i CPR.

Chiediamo che Mohamed Shahin venga liberato subito, così come dovrebbero esserlo tutte le persone trattenute in queste strutture. Invitiamo associazioni, cittadine e cittadini a partecipare alle iniziative di solidarietà per la sua liberazione. Il prossimo appuntamento è giovedì 27 novembre, alle ore 18, davanti alla Prefettura in piazza Castello.