Arci Torino 24-12-2025
Si chiude un anno complesso. Anche se forse, ormai, lo sono tutti.
Un anno che si è infilato nelle crepe e le ha allargate.
È stato un tempo di fratture profonde che hanno attraversato il mondo, l'Europa e i nostri territori. Un anno in cui i conflitti armati, la normalizzazione della guerra e dei suoi linguaggi, l’aumento delle disuguaglianze, il restringimento degli spazi democratici e del diritto al dissenso hanno inciso sul modo di partecipare e di stare insieme.
Dentro questo scenario è diventato evidente ciò che in Arci sappiamo da sempre: la pace, la democrazia e la giustizia sociale e climatica non sono capitoli separati. Tengono o crollano insieme. O si lotta per tutte, o le nostre singole lotte perdono forza. Tout se tient, dicono oltralpe: tutto si tiene.
In questo contesto Arci ha continuato a esserci: senza neutralità e retorica, senza rifugiarsi nelle parole giuste dette al momento giusto.
C'è stata partendo dalle pratiche e dalle relazioni, nei circoli e in tutti gli spazi di partecipazione culturale e sociale.
C'è stata sostenendo quelle reti di mutualismo che tengono insieme le persone anche quando tutto spinge alle frammentazioni e alle solitudini.
Arci è questo: una comunità plurale, anche imperfetta, che pratica la multiforme cultura dello stare insieme.
Una rete di comunità in movimento che non rimuove i conflitti e le contraddizioni, ma li attraversa; che non addomestica le differenze, ma le assume come risorsa; che tiene insieme socialità, cultura, mutualismo e partecipazione democratica.
Non facciamoci illusioni: il tempo che abbiamo davanti chiederà ancora scelte difficili. Ci chiederà posizionamenti chiari e capacità di stare dentro le contraddizioni. E, come Arci, a questo risponderemo con la cura e la responsabilità collettiva che ci caratterizzano.
Una cosa è certa: nessuna sfida che ci attende può essere affrontata individualmente. Solo lo stare insieme – nei circoli, nei territori, nelle reti, negli spazi, nei collettivi, nelle associazioni – rende possibile costruire alternative praticabili in un presente segnato da disuguaglianze profonde.
Continuare a tenere aperti spazi di partecipazione, a produrre cultura popolare e critica, a praticare mutualismo e democrazia dal basso, è il modo in cui Arci prova, ogni giorno, a dare corpo alla pace e alla giustizia sociale e ambientale.
A tutte e tutti coloro che rendono viva questa esperienza va il nostro grazie. E l’augurio di un 2026 intenso, da attraversare insieme.
Daniele Mandarano
presidente di Arci Torino