MOLO DI LILITH APS 21-10-2022 - 21:45
Nuances Yiddish, Klezmer e Balkan.
MISHKALÈ, come una tipica orchestrina itinerante (kapelye), propone musiche inebrianti, struggenti, vorticose, con melodie e ritmi tipici dell’area mitteleuropea e ne ricrea l'atmosfera delle feste.
Emoziona con le struggenti melodie klezmer e coinvolge gli spettatori con i ritmi delle danze dell'est-europa e i racconti affascinanti dello shtetl, il villaggio ebraico, con tutti i suoi personaggi.
Con più di vent’anni di attività è tra i primi gruppi italiani a dedicarsi ai suoni provenienti dell'est europeo.
Maria Teresa Milano - voce
Sergio Appendino - clarinetto
Andrea Verza - tromba e flicorno
Enrico Allavena - trombone e tuba
Massimo Marino - fisarmonica
Luciano Molinari - batteria
Shtetl significa semplicemente villaggio, eppure, nel momento stesso in cui questa parola viene pronunciata, accende in ognuno di noi il ricordo di quella realtà secolare che in pochi anni fu spazzata via dalla ferocia del nazismo.
Lo shtetl ha i colori di Marc Chagall e il bianco e nero di Kacyzne o Vishniac, che congelarono nei fotogrammi, centinaia di scatti di vita ebraica nell’est Europa, in particolare in Polonia; lo shtetl ha i suoni dei racconti di Isaac Singer e di Shalom Aleichem o della musica klezmer, dall’ebraico kley e zemer, gli strumenti del canto.
Nel klezmer, su una base di tradizione ebraica a volte con richiami al canto sinagogale, si innestano sonorità e modi che appartengono a musiche tradizionali di paesi diversi: musica est europea, russa, greca, turca, gitana, i suoni duri del tedesco e il carattere ribelle della musica zingara.
I musicisti, i klezmoyrim, erano per lo più musicanti di strada, spesso viaggiavano da un paese all’altro con i loro strumenti a fiato, i violini, i tamburini. Non suonavano musica da concerto, ma la musica della vita, quella per la nascita di un bambino, per la festa del bar mitzvah, per il matrimonio.
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